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  • sabato 9 marzo ore 15,30 presso Centro Culturale Ricreativo San Giuseppe (asilo) - Poscante

Incontro alla scoperta di Bortolo Belotti . Relatore prof. Ivano Sonzogni.
Politico, giurista, storico, poeta e avvocato civilista. Nato a Zogno (BG) il 26 agosto 1877 da Cesare e da Maria Offredi, si laurea in giurisprudenza a Pavia ed esercita la professione forense a Milano. Candidato liberale, viene eletto consigliere provinciale a Milano (1909-1914), poi a Bergamo (1914-1924). Il collegio di Zogno lo elegge suo rappresentante al parlamento per la XXIV (1913-1919) legislatura, quello di Bergamo per la XXV (1919-1921) e la XXVI (1921-1924) legislatura. Ricopre diversi incarichi politici. Delegato per l'Italia alla prima assemblea della Società delle Nazioni (1920), è stato ministro dell'Industria e Commercio nel gabinetto Bonomi (1921-1922). Particolarmente inviso ai fascisti e alla destra nazionalista, nel 1924 è costretto ad allontanarsi dalla vita politica. Il 27 ottobre 1930 viene arrestato e condannato a cinque anni di confino per attività antifascista. Ne sconterà solo cinque mesi nel carcere di Cava dei Tirreni. Dopo l'allontanamento dalla politica Bortolo Belotti si dedica all'esercizio della professione forense e agli studi di storia e di diritto. Dopo il 25 luglio 1943 egli riprende i contatti politici. Il 1° novembre dello stesso anno, per sfuggire all'arresto, si rifugia in Svizzera, ove muore a Sonvico (Ticino) il 24 luglio 1944.
Estratto da “Quaderni Brembani n.8” a cura del prof. Ivano Sonzogni.
Dei personaggi pubblici italiani, più o meno grandi, sappiamo spesso vita, morte e miracoli, ma tante volte ci manca non sappiamo nulla dei loro interessi privati, sportivi in particolare. Così è anche per lo zognese Bortolo Belotti (Zogno 1877 – Sonvico 1944) gran giocatore di bocce, ma finora ricordato come grande storico locale (sua la Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, sua la Vita di Bartolomeo Colleoni) oppure come poeta autore di raccolte di versi in lingua italiana o bergamasca, oppure come studioso di diritto: suo per esempio il primo volume italiano di Diritto turistico.
Belotti è conosciuto soprattutto come politico (promosse la formazione di partiti politici di area liberale tra il 1907 e il 1922) e come parlamentare e ministro: come sottosegretario al Tesoro tra il 1919 e il 1920 contribuì allo scioglimento di quegli enti pubblici economici che erano stati costituiti durante la prima guerra mondiale e come ministro dell’Industria e del Commercio tra il 1921 e il 1922 promosse i primi trattati commerciali internazionali del periodo postbellico per esempio con la Germania e con il nuovo regno della Jugoslavia, ma è ricordato pure per aver concesso a Gabriele D’Annunzio la proprietà di una villa requisita ai tedeschi a Gardone che poi divenne il Vittoriale degli Italiani.
La sua gestione del fallimento della Banca Italiana di Sconto, la terza per capitalizzazione a livello nazionale, evitò allo Stato un enorme esborso di denaro pubblico. Ma nulla poté di fronte all’incancrenirsi dello scontro sociale e del diffondersi della violenza comune e politica del cosiddetto “biennio rosso”. Non disponibile a compromessi e inciuci, fu estromesso dalla vita politica dal fascismo, che addirittura lo costrinse al confino per attività antifascista tra il 1930 e il 1931. Legato agli ambienti moderati lombardi di opposizione, dopo la caduta del fascismo nel luglio del 1943 guidò il trapasso. Dopo l’8 settembre 1943 si rifugiò in Svizzera dove collaborò con Luigi Einaudi (futuro presidente della Repubblica italiana) alla realizzazione di attività per i rifugiati politici e per la ricostruzione dell’Italia. Ma, pur occupandosi anche di sport diversi, il reale interesse di Belotti era il gioco delle bocce: fu infatti spesso giocando a bocce che l’ex parlamentare discuteva di politica con gli amici e li incitava alla resistenza e preparava con loro il superamento del regime. Neppure per Belotti le bocce erano tutto, ma certo erano la migliore occasione per confrontarsi con gli altri.
 
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