Museo del Soldato

Nell’anno 2002 il gruppo Alpini di Zogno guidato dal capogruppo Luigi Garofano, tramite una convenzione con l’Amministrazione Comunale, ristrutturava lo stabile e lasciava la vecchia sede in affitto per una più spaziosa e moderna.

Avendo in magazzino del materiale militare molto importante si decideva di esporlo in una apposita sala, chiamandola “Museo dell’Alpino” (Anche se all’inizio poteva sembrare una definizione esagerata).

Col passare del tempo, grazie al lavoro di tante persone, del consiglio direttivo e del segretario Renato Gherardi, con varie ricerche il museo si ampliava con nuovo materiale, non solo alpino ma di tutti i corpi militari.

Nel giro di pochi mesi venne ribattezzato “Museo del Soldato”. “Non sta certo a noi dirlo –spiega Garofano- ma visti i complimenti di persone competenti ed essendo stato riconosciuto Museo a tutti gli effetti sia dal comune che dalla provincia, penso che l’iniziativa sia molto importante e unica nel suo genere, un esempio per tutta la provincia di Bergamo.

Il materiale è vario, dalle armi alle divise, dai cappelli ai distintivi, alle fotografie e lettere dal fronte. Il fiore all’occhiello –precisa Garofano- sono gli attestati con Croce di guerra dei nostri reduci di tutte le guerre”.

Museo della Vicaria

Il Museo di S. Lorenzo viene fondato nel 1985 da Mons. Giulio Gabanelli e da un gruppo di cultori di storia locale. Disposto su tre piani in un edificio di proprietà della Parrocchia, raccoglie materiale relativo alle varie fasi della religiosità popolare zognese nel corso dei secoli. Si tratta di affreschi, quadri, sculture, crocefissi, calici, pissidi, ostensori, candelabri, baldacchini, paramenti, indumenti sacri, pizzi e ricami, mobili, libretti di preghiere, immaginette e tanti altri oggetti devozionali di grande valore artistico e storico. Nel cortiletto esterno sono esposte sculture e manufatti in pietra. La visita del museo segue un per¬corso ben preciso, studiato per consentire una maggiore comprensione di quanto raccontato.

Museo della Valle

Si tratta di un museo etnografico e archeologico fondato nel 1979 dal Comm. Vittorio Polli in collaborazione con un gruppo di amici protagonisti della cultura vallare bergamasca. La sede è la Casa del Cardinal Furietti, disposta su due piani in via Mazzini, e la raccolta è costituita da un lato da reperti archeologici di notevole importanza, preziose testimonianze della vita nella nostra Valle in tempi remotissimi, e dall'altro da oggetti di epoche più recenti. Il ritrovamento di tale materiale risale al 1975, quando Onorato Pesenti scopre nella Buca di S. Andrea, nei pressi delle Grotte delle Meraviglie, numerosi resti di sepolture collettive (veri e propri ossari, corredi funerari, oggetti d'ornamento, ecc.) relativi ad un arco di tempo che partiva dalla metà del III millennio fino al XIX secolo a.C.. Per quanto riguarda i tempi a noi più vicini, invece, il museo raccoglie attrezzi degli antichi mestieri (fabbro, maniscalco, arrotino, tessitrice, fabbricante di zoccoli e di chiodi, contadino ecc....), oggetti d'uso domestico, arredi, indumenti e pizzi, antichi divertimenti (roulette paesana e baracca dei burattini) che permettono al visitatore di ricostruire le immagini di vita dei propri antenati.

Casa Museo Bortolo Belotti

La Casa Museo Bortolo Belotti è il frutto di un importante lavoro di riqualifcazione degli spazi della Villa Belotti , nella logica di un percorso di fruizione delle opere che evidenzia momenti della vita dello storico zognese, nei luoghi da lui vissuti. Bortolo Belotti è stato un avvocato, un politico, un ministro, uno storico, un poeta, un esiliato. Raccontarlo significa entrare in un mondo che facciamo fatica a comprendere fino in fondo: il XX secolo con i suoi contrasti e le sue accelerazioni. Partire dalla collezione d’arte di Belotti, dal suo archivio e dal giardino della sua villa, è un modo per esplorare la vita, il pensiero, l’opera di uno dei più importanti bergamaschi dello scorso secolo. L’esposizione delle 26 opere che la famiglia ha concesso al Comune di Zogno è l’occasione per presentare la «Rete Culturale Diffusa», un progetto che vuol far conoscere in modo coeso le meraviglie di Zogno.