Endenna e Somendenna

L'origine del toponimo sembrerebbe avere un'etimologia etrusca (Endina). Inizialmente Endenna e Somendenna formavano un unico territorio diviso in due: uno superiore, Summa Endenna, e uno inferiore Endenna. Nel 1086 Endenna appare negli atti come feudo dei Conti di Mozzo, mentre un secolo dopo entrambe risultano unite in un’unica parrocchia. La chiesa risulta alle dipendenze dei Monaci di Pontida sotto i quali rimarrà fino al 1798 quando l'Ordine verrà soppresso. Nel I208, in un documento compaiono Romacolo e Braccamolino. Nel XIV secolo viene menzionato un castello guelfo in località ancora oggi chiamata "Castello" sopra Malpasso. Nel 1462 la Chiesa di Somendenna, dedicata a S. Giacomo, viene separata da quella di Endenna dedicata a S. Maria Assunta consacrata nel 1424. Nel 1488 viene fondato a Romacolo il Convento dei Riformati. Nel 1596 il Comune di Endenna comprendeva ben diciotto contrade ed era governato da un console con salario. Nel 1858 una serie di interventi operati dall'Arch. Giuseppe Berlendis riadattano la chiesa conferendole l'aspetto attuale. Al suo interno si trova la testa di S. Barnaba, che la tradizione vuole sia stata portata in paese nascosta tra alcune balle di lana. Ogni anno si celebra una solenne festa per questa reliquia. Tornando a Somendenna, nel XVI secolo vieni costruito un piccolo oratorio dedicato alla S.S. Trinità che sorge poco lontano dalla parrocchiale. Al riguardo della vita religiosa di questo comune, l'abate Angelo Mazzoleni vi notava un'antica torre dell'epoca delle fazioni e raccontava di una sanguinosa lotta tra guelfi e ghibellini svoltasi proprio in quella località, con la vittoria dei primi. Da allora, in occasione delle "rogazioni", la processione si spingeva sin là per recitare un "Miserere" a suffragio degli antichissimi morti.

Stabello

L'etimologia del nome sembra risalire al Ruggieri da Stabel, ovvero “Piccola Stalla”, sebbene, in Iatino stabulum significhi in realtà "caseggiato". Le costruzioni, in parte ancora esistenti, ricordano, nei muri di pietra squadrata, castelli e fortilizi. Un docu¬mento del 1244 attesta che i Monaci di Astino vi avevano numerosi possedimenti e testimone di questo è l'omonima Piazza. Dal 1263 al 1484 Stabello è unito a Sedrina; con essa lotta nelle file dei ghibellini e nel 1393 verrà incendiato e devastato dai guelfi. Anche la Chiesa parrocchiale, dedicata a S. Stefano, è unita a Sedrina e vi si staccherà solo nel 1484 unitamente al comune, divenendo parrocchia autonoma. La nuova chiesa viene innalzata nel 1422 ed in seguito ampliata e restaurata più volte. Nel 1939 viene consacrata dal Vescovo Bernareggi. La peste del 1630 causò la morte di 2/3 della popolazione di Stabello; la chiesa venne di conseguenza chiusa e le sue funzioni sospese. Anche i morti non furono più seppelliti nel suo cimitero, ma fuori dall’abitato, e precisamente sulla sponda del fiume dove ora c'è il cimitero e l'annessa Chiesa dei morti dedicata a S. Michele. L'oratorio fu restaurato in questi anni, il Carnelli dipinse a fresco sopra il coro la figura di S. Michele che vince il dragone. Un altro piccolo oratorio sussidiario si trova nella frazione Piazza Monaci. La chiesa fu poi aggregata alla vicaria di Zogno nel 1821, mentre nel 1928 il comune divenne frazione.

Spino al Brembo

Un Montem Spini e Montis Spini compaiono in un documento datato 1168. Nel 1234 Bracca, ancora unita a Lepreno, definiva i suoi confini e nominava Spino, mentre qualche anno più tardi (1249) esso veniva unito a Zogno a causa del numero ridotto di fuochi. Per opportunità, infatti, le terre, con meno di dieci fuochi dovevano unirsi a qualche terra più vicina. Erano unioni senza carattere stabile e solo in rapporto alla città (compilazione estimi) dopo di che rimanevano libere di regolarsi come credevano, sia per quanto riguardava i rapporti religiosi sia per l'uso di beni comuni. Anzi, appena le circostanze lo permettevano si separavano. Nel 1518 infatti non risultano più unite. La Chiesa di Spino, dedicata a S. Alessandro, è di antica origine e viene rifatta nel 1761. Faceva parte delle chiese Nullis Plebis e solamente nel 1821 fu aggregata alla vicaria di Zogno. Nel 1920 viene eretta a parrocchia la frazione di Ambria. La chiesa, dedicata a S. Antonio di Padova, viene costruita nel 1938.

Poscante

L'etimologia del nome Post Cantum, che significa dietro il Canto (Alto), ne giustifica l'appartenenza a Sorisole, di cui per anni ne seguì le sorti anche sotto l'aspetto religioso. Infatti, nonostante il distacco civile del 1250, Poscante ebbe la sua parrocchia autonoma solo nel 1447. In questo anno viene trasformata, ampliata e forse anche consacrata dal Vescovo Polidoro; proprio questa incertezza in merito alla consacrazione fa sì che nel 1861 il Vescovo Speranza la riconsacri solennemente. Nel 1494 vengono precisati i confini. Il comune di Poscante veniva così a comprendere le frazioni di Olera e Monte di Nese, che rimasero uniti fino al 1928, Piazza Martina e la Corna, le quali, per il ridotto numero di abitanti, non ebbero mai una propria autonomia anche se vengono nominate già nel 1227. La Cappella dedicata a S. Antonio Abate fu sempre sussidiaria di Poscante fino al 1880 quando venne unita alla parrocchia di Zogno. Piazza Monaci, che aveva un piccolo oratorio dipendente da Grumello e poi da Stabello, Miragolo S. Marco e S. Salvatore.

Nel 1471 la parentela de Grigis (oggi Gritti) chiese di poter costruire una chiesa dedicata a S. Maria Maddalena. Sia questa che quella di S. Salvatore rimasero sotto la dipendenza del parroco di Sambusita e nella giurisdizione di Dossena. Nel 1481 gli abitanti di Miragolo ottengono dal Vescovo il diritto di eleggere il proprio parroco. La Chiesa di S. Salvatore verrà rifatta circa verso la metà del XVIII secolo, mentre quella di S. Marco verrà ampliata all'inizio del XX secolo. Grumello e Grimolto, posto su una piccola altura, prende il nome dalla sua posizione e per distinguerlo dagli altri grumelli gli viene lasciato il nome della famiglia che lo abitò "Grumello de Zanchi". Grumello e Grimolto rimangono uniti a Poscante fino al 1447, quando verrà costruita l'attuale chiesa, ultimata nel 1453 e dedicata a S. Maria Assunta, che ai tempi era un semplice oratorio dipendente da Poscante. Nel 1710 e 1724 la chiesa venne rifatta, ampliata e restaurata; è grazie alla ricchezza dei dipinti in essa conservati, inoltre, che oggi può essere considerata una piccola pinacoteca.